Associazione non rende bene l’idea che sta alla radice del desiderio di trasferire nel concreto le tante idee messe in comune da diverse persone, donne e uomini, le cui esistenze si sono incrociate nel reparto di cure palliative nell’ospedale di Melzo. Certo questo lemma implica l’atto dell’associare, aggregare, unire. La nostra specie nasce nell’associazione, o meglio credo che l’associazione preesista alla nostra specie. L’idea che l’unione faccia la forza, il comprendere come il reciproco sostegno e il comune scopo aiutino a sopravvivere e a vivere nel calore, è un concetto penetrato negli strati più antichi delle profondità del cervello. E forse è la prima fessura che rompe il monolitico essere fisico del mondo, aprendo alle prime forme di solidarietà, di aiuto reciproco e di trascendenza, che frantuma le emozioni universali di paura, ira, repulsione, insofferenza, sorpresa e gioia in un universo di sentimenti complessi attraverso la concezione dell’altro, e dell’altrui sentire. Ma è il termine compagnia il lemma che credo meglio caratterizzi con vigore e creatività l’impegno che ci siamo presi pur provenendo da ambiti, età e professioni diverse. E’, la compagnia, termine che affonda nella notte dei tempi, tradotto in latino l’etimo viene da cum panis, compagno, chi divide il pane; il cibo, il tempo, le aspirazioni e i desideri, i sogni. Tutto ciò che muove con passione, che indirizza, che fa camminare un’idea condivisa. I volontari delle cure palliative si possono definire in questo solo verbo: accompagnare, con delicatezza e comprensione, con attenzione e armonia, con sapienza e precisione, con empatia le persone degenti e i loro familiari. Accompagnare per condividere e legare frammenti di vita, recuperare senso e dignità di esistenze, spezzare il pane della memoria di essere tutti umani, fragilmente umani. Le cure palliative sono un complesso insieme di cure, farmacologiche e non, volte a migliorare il più possibile la qualità della vita del malato ne suo tramonto e della sua famiglia. Una branca della medicina che più di ogni altra ha una forte componente umana, di vicinanza e partecipazione che, accanto al personale medico e sanitario, è nutrita dal mondo del volontariato. Essere volontario nella rete di cure palliative rappresenta una grande responsabilità: essere compagnia solidale, dotata di empatia, comprensione, sensibilità, ma anche formazione, studio e preparazione.